Tresnuraghes, il sentiero delle torri e il museo Casa Deriu
Luoghi fruibili senza guida
Chiesa parrocchiale San Giorgio Martire – Via San Giorgio, 1
I lavori di ricostruzione su un impianto antico risalgono alla prima metà dell’800 e furono affidati all’architetto bosano Antonio Pinna che curò anche la realizzazione dell’altare maggiore. La chiesa è strutturata ad un’unica navata arricchita da quattro cappelle laterali intitolate ai santi, tranne la prima a destra che ospita il battistero. L’altare maggiore è sormontato dalla cupola decorata tra il 1888 e il 1889 dal pittore parmense Emilio Scherer, rappresentanti i quattro evangelisti e restaurata di recente.
La navata centrale invece fu decorata nella prima metà del 900 dal pittore scanese Isidoro Delogu.
La facciata neoclassica è impreziosita dalla presenza di due campanili.
Presente accesso per disabili.
Chiesa Santa Croce – Via Roma
Sede delle confraternite di Santa Croce e del Rosario. Attiguo antico cimitero per coloro che potevano fare appositi lasciti. Crocifisso ligneo risalente al 1600.
Chiesa di San Lorenzo – Via Roma
Fu fatta costruire nel 1865 dal vescovo di Bosa, che fece realizzare anche un altare di legno dorato, ora purtroppo perduto. Architettonicamente è ad un’unica navata con pianta rettangolare e altare rialzato.
Vi si celebrano i riti religiosi delle feste di San Lorenzo, il 10 agosto, e della Madonna del Carmelo il 16 luglio.
Spiaggia di Porto Alabe
E’ un arenile di sabbia compatta e ambrata intervallata da tratti di roccia lavica che si estende per circa 2 Km e termina a sud con una grossa scogliera (Sa Pelcia), il mare è di un colore azzurro cangiante con fondali sabbiosi e rocciosi. Frequentatissima durante il periodo estivo dagli abitanti del paese e dai turisti, quando il mare è agitato le grosse onde sono la gioia dei surfisti.
Luoghi fruibili con la guida
Casa Deriu:
Museo civico del paese fu dal settecento l’antica dimora del notaio del villaggio, che oggi ospita al piano terra una ricostruzione degli ambienti con i mobili storici rimasti della casa e gli oggetti del quotidiano appartenuti alla famiglia borghese Zedda-Athene. Mentre il piano superiore ospita un percorso storico espositivo della vasta collezione di riviste illustrate dell’Ottocento che consento di apprezzare i gusti e gli interessi della famiglia spaziando dall’attualità, alla moda, alla satira, alla letteratura, alle esposizioni universali e nazionali.
Torri aragonesi:
Foghe, torre di avvistamento situata sulla Punta Foghe a 69 metri sul mare. Edificata in epoca spagnola, era già in funzione nel 1572. La struttura è formata da due corpi cilindrici di diametro quasi identico, all’interno vi è una camera circolare con la volta a cupola priva di feritoie e con un caminetto interno. L’unica apertura è il boccaporto. Una scala ricavata nello spessore murario permette l’accesso alla terrazza esterna dalla quale si gode una vista mozzafiato. Costruita intorno al 1580- 1590 con materiale della zona, rocce basaltiche, mentre gli archi e gli stipiti del boccaporto sono in vulcanite rossa;
Columbargia, sorge su di un piccolo promontorio a breve distanza dalla spiaggia di Porto Alabe, dove fu costruita prima del 1577. La torre fu costruita in forma cilindrica , l’unica della zona, dove prevale la forma troncoconica, con materiale reperito nelle vicinanze come il basalto e l’arenaria calcarea. Preposta all’avvistamento del nemico, era armata con tre fucili;
Ischia Ruggia, posta a distanza di quattro chilometri da quella di Columbargia e due da quella di Foghe, da l’impressione di non essere mai stata completata.
Rimboschimento con ausilio guardia forestale:
Bosco di pini e macchia mediterranea (cisto, lentisco, rosmarino,mirto, corbezzolo e ginestra spinosa). Il cantiere di Tresnuraghes è complessivamente di ha 556,63 di cui ha 516 circa di proprietà comunale mentre la restante parte, costituita da diversi piccoli appezzamenti, è proprietà privata. La superficie si presenta di forma irregolare, con vasti pianori che si alternano a piccole valli e canaloni, percorsa da diversi rii a carattere temporaneo e torrentizio che sottendono limitati bacini idrografici. Al perimetro si accede percorrendo per circa 6 km la strada che da Tresnuraghes porta a San Marco.
Siti di interesse archeologico:
Nuraghe Nani:
Il nuraghe Nani è un nuraghe polilobato situate nella strada che porta al santuario di san Marco, a breve distanza dal paese di Tresnuraghes. Ha un ampio villaggio che si estende verso sud ovest e del quale si riconoscono ancora diverse capanne circolari. Non è stato oggetto di scavi archeologici e lo stato attuale è il risultato di diversi rimaneggiamenti e occupazioni negli anni, fino probabilmente ad epoca tardo-antica.
Su Ju malmuradu:
In direzione del santuario di San Marco, in località Mara Pala, sulla destra della strada troviamo la struttura di su Jù Marmuradu, cioè del giogo pietrificato. Deve il suo nome ad una leggenda locale: si narra che un contadino non avendo smesso di lavorare durante il passaggio della processione di San Marco, fosse stato trasformato in pietra con il suo giogo.
Il monumento è probabilmente un dolmen, ossia un monumento funebre molto semplice, formato da due lastre di pietra infisse verticalmente nel terreno, al di sopra delle quali stava una terza lastra di copertura, oggi scomparsa.
Antica cartiera sabauda (Sa Fabbrica)
Venne realizzata con lo scopo di produrre carta, ma dopo anni di lavori dal 1809 al 1816, non entrò mai in funzione e venne abbandonata. Si trova nella bellissima valle alle pendici del colle di San Marco, tra il comune di Tresnuraghes e quello di Sennariolo. Il luogo venne scelto probabilmente per la vicinanza di un rio navigabile, il rio Mannu. La parte interna dell’edificio ha subito diversi crolli anche se restano intatte le parti esterne , i finestroni, gli archi e una galleria lunga circa 40 metri. L’intera struttura è avvolta dalla vegetazione che cresce rigogliosa tutta intorno e all’interno.
Domus de Janas (Furrighesos)
Sono scavate in una delle fiancate del colle di San Marco, dette anche Furrighesos (piccoli forni), sono tombe prenuragiche scavate nelle rocce morbide dal 3.000 a. C. sino ai primi secoli del secondo millennio.